Come promesso, vi offro una preziosa guida che solitamente lascio a coloro che adottano i miei cuccioli, poiché i gatti persiani sono più delicati rispetto ai gatti europei e i trovatelli, essendo geneticamente domestici e dunque con un sistema immunitario non forte come quanto quello di un gatto “di strada”.
Ho diviso le varie sezioni in articoli, per un’individuazione più semplice, in caso si necessiti di una rapida consultazione, con le foto originali dei miei gatti, ed ho inserito anche i prodotti che utilizzo, alimentari e non, per i miei gatti persiani. Non faccio pubblicità a nessuno, ci tengo a sottolinearlo, i miei consigli sono autentici e a fin di bene, e di certo non guadagno sulle marche che cito e che citerò. Non avrebbe senso, se ci pensate bene.
In linea di massima, con la mia guida avrete le indicazioni per crescere al meglio un gatto persiano, ed è la sola cosa che mi interessa. Per le famiglie che hanno adottato un mio cucciolo faccio da consulente a vita, sempre disponibile sul mio canale whatsapp, però tutti possono chiedermi supporto, farò il possibile per aiutarvi e consigliarvi.
Se poi avete bisogno di più spiegazioni, qualche domanda da porre, potete utilizzare il form dei commenti alla fine di ogni articolo, o visitare la pagina delle FAQ. Francamente io ne parlo in modo scontato, essendo una sorta di veterana, pertanto è logico che non per tutti possa essere sufficientemente chiaro.
Premetto che io parlo con la voce dell’esperienza, perciò certe notizie che leggerete forse le troverete dissonanti, se non antitetiche ad informazioni fornite in altri siti, che logicamente parlano in via teorica. Gente che probabilmente non ha mai avuto un gatto, perciò certe sottigliezze non vengono colte.
Devo dire che talvolta mi trovo anche in disaccordo con i veterinari, quando non hanno la pratica a cui attenersi, e parlano quindi in base a studi e/o bagaglio universitario, per statistiche, principalmente riguardo alla gestazione e al parto, o trattamenti ai cuccioli appena nati. La maggior parte di loro avrà fatto partorire un decimo delle gatte che ho aiutato a partorire io, non allevano i cuccioli perciò non sanno effettivamente cosa significhi, seguire quotidianamente i neonati e condurli fino alla piena salute.
Con ciò non voglio screditare i veterinari, lungi da me, però di norma procedono con cesareo e sterilizzazione, è questo il loro iter, poche volte li ho visti assistere ad un parto naturale, e quando porti ad un veterinario un neonato che stenta a vivere, solitamente rifiuta a priori di occuparsene, affermando che è troppo piccolo per essere salvato.
Non è sempre vero, infatti con i giusti accorgimenti sono riuscita a salvare diversi gattini che alla nascita avevano problemi a nutrirsi, o che avevano bevuto il liquido amniotico e quando avviene difficilmente sopravvivono, in quanto s’intasano i polmoni ed arrivano al collasso, non potendo più respirare.
Addirittura ne ho riportati alcuni in vita, con la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. È anche capitato che avevano il malloppo di liquido in gola, in preda al soffocamento, e con un delicato, lungo massaggio sono riuscita a farlo espellere. Anche la carta può essere utile, infilandola delicatamente in bocca per far assorbire più comodamente il liquido che staziona nella gola, prima che venga pericolosamente ingoiato.
Oppure quando non si attaccano alle mammelle della madre, per varie ragioni, se sono sottopeso o prematuri, troppo debilitati dal parto, li nutro con latte in polvere fino allo svezzamento, somministro miele oppure glucosio per infusione, con la vitamina B, per dare energia e la forza per mangiare.
Non li lascio morire, o comunque faccio il massimo per dar loro la possibilità di vivere, al contrario delle indicazioni dei veterinari o del protocollo degli allevamenti professionali che addirittura li sopprimono, ritenendolo un lavoro inutile, quando i piccoli sono ad un livello critico o malformati, ma più che altro per non avere “inciampi” futuri.
In fondo per loro è business, le spese sono rilevanti e in un certo senso riesco a capirli. Forse sono solo io la pazza che li tiene in vita anche in condizioni di salute precaria, non riesco a lasciarli andare, ed è anche per questo che ora mi ritrovo piena di gatti e faccio fatica a mantenerli, dato che naturalmente non posso darli in adozione. Non tutti sono disposti a prendersi cura di un gatto malaticcio o eccessivamente delicato, e poi sinceramente non mi fido tanto, non tutti sono pratici od hanno il tempo sufficiente per occuparsene.
Io posso considerami un’esperta dato che vivo a contatto con i felini da circa 40 anni (il primo gatto l’ho avuto a 12 anni), e con questi miei consigli sono in grado di aiutarvi a gestire al meglio l’adozione, anche per problemi medici di varia natura, quando non è necessario l’intervento di uno specialista e magari si può risparmiare qualche cosina. Però dovete avere un bravo veterinario di fiducia che conosca anche la razza, dato che diversi trattamenti indicati per gatti in generale, non vanno bene per i persiani e il vostro veterinario dovrebbe saperlo.
Se volete iniziare a leggere la mia guida, che sarà man mano aggiornata con nuovi articoli (anche su richiesta), potete consultare il menu a tendina sulla barra di navigazione o andare direttamente alla sezione dei post.
Spero di avervi fatto cosa gradita ♥